BOLOGNA: Arresto cardiaco in strada per un quarantenne: "Così gli abbiamo salvato la vita"

Sembra una scena da film, ma in realtà il precipitoso salvataggio di un quarantenne colpito da un improvviso arresto cardiaco è frutto dell’avanguardistico sistema sanitario regionale. Succede tutto attorno alle ore 16.10 di mercoledì 15 marzo: un uomo di quarant’anni accusa viene improvvisamente colpito da un arresto cardiaco in Piazza dell’Unità, angolo via Matteotti. Un passante, Paolo Freccioni, si accorge di quanto sta accadendo e chiama il 118: al telefono risponde l’infermiere del 118 Gianluca Federiconi che capisce la criticità e attiva subito il Codice Blu, ovvero il codice che viene assegnato a chi ha una funzione vitale compromessa e non può raggiungere una struttura ospedaliera. Contestualmente, Federiconi si collega in videochiamata con Freccioni che immediatamente si attiva per il massaggio cardiaco, iniziato alle ore 16.16. E qui entra in gioco il sistema DAE RespondER, ovvero il sistema che avvisa tramite app i volontari reperibili in zona che hanno accesso ad un defibrillatore, in gergo DAE. A rispondere alla notifica sullo smartphone è Paolo Parisi, tassista Cotabo, che guida uno dei venti taxi Cotabo che hanno un DAE al proprio interno. Arrivato sulla scena alle 16.20, Parisi collega il defibrillatore e attiva la scarica sul paziente ancora steso in terra: dopo un minuto arrivano sul posto l’autoambulanza e l’automedica che stabilizzano il paziente e lo trasferiscono all’Ospedale Maggiore. L’equipe di Emodinamica del Maggiore, guidata da Gianni Casella, tratta tempestivamente il paziente con un’angioplastica, il quale dopo due giorni ha potuto lasciare la struttura ospedaliera sulle sue gambe e senza nessun tipo di conseguenza al sistema neurologico.

Freccioni, Parisi, Federiconi e tutto il reparto della Centrale operativa del 118 dell'Ospedale Maggiore sono stati premiati oggi dal sindaco Matteo Lepore, dall'assessore regionale alla Salute Raffaele Donini e da quello comunale Luca Rizzo Nervo in una cerimonia informale presso l'Ospedale Maggiore.

Bologna città “cardioprotetta”

Freccioni lavora nell’azienda di trasporti TPer e come secondo ‘impiego’ è volontario nel 118 di Zola Predosa: il suo aiuto e la sua conoscenza sono stati salvifici, così come il sistema DAE RespondER di cui la regione Emilia-Romagna si è dotata dal 2017. Tramite una notifica dell’app, i volontari laici dotati di un defibrillatore (o che si trovano nei pressi di uno di questi) sono avvisati di un possibile caso di arresto cardiaco, diminuendo così il tempo di che passa dall’arresto all’applicazione delle piastre del DAE. Al suo interno, l’app integra diverse informazioni: luogo dell’evento, posizione del RespondER e posizione dei defibrillatori presenti nelle vicinanze. Il tutto è gestito dalla Centrale operativa del 118.

Ad oggi, il servizio DAE RespondER conta circa 15mila iscritti che, nel 13% dei casi, sono riusciti ad arrivare e ad attivarsi prima dell’arrivo del 118. L’obiettivo ora è quello di estendere il sistema DAE RespondER il più possibile, provando ad intervenire in caso di arresto cardiaco anche nelle abitazioni private, dove questo tipo di episodi è più frequente. Per farlo, è necessario aumentare il numero di soccorritori volontari e in questa direzione va l’impegno della regione Emilia-Romagna e dell’Azienda USL di Bologna per rendere Bologna, e via via il resto della regione, una zona "cardioprotetta".

 

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